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Acronimo di Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation.
(Custom Lingual Appliance Set - Up Service) Si tratta di una metodica indiretta di incollaggio degli attacchi linguali. Essa prevede l’esecuzione del set - up ideale su modelli opportunamente preparati e montati in articolatore.
Strumento ideato per realizzare archi ed anse.
Vedere LABIO Schisi.
Si riferisce agli incisivi.
Inclinazione vestibolare dei denti anteriori.
Vedere (Apparecchio di) CROZAT.
Fusione incompleta dei processi nasali laterali con i processi mascellari.
Presidi terapeutici (applicati in pazienti in età neonatale) molto particolari, che si differenziano completamente dai tradizionali dispositivi ortodontici. La loro funzione, infatti, è quella di dare continuità alla volta palatina che, nei pazienti affetti da labiopalatoschisi, è comunicante con le fosse nasali. Tecnicamente, tali placche devono essere realizzate con molta attenzione seguendo scrupolosamente le indicazioni dello specialista. Essenzialmente sono costituite da una base in resina (molto simile a quella di una base di una protesi mobile totale) che, opportunamente confezionata, andrà a colmare la deficienza ossea grazie al cosidetto “otturatore”.
Fusione incompleta del labbro superiore.
Ideato da M. Schwarz nel 1935, questo gancio è considerato estremamente importante in quanto con la sua introduzione è stato possibile garantire al dispositivo ortodontico mobile una più adeguata stabilità. Ciò logicamente ha favorito un impiego sempre maggiore di questo tipo di presidio terapeutico. La sua validità risiede essenzialmente nel miglior sfruttamento, a differenza dei precedenti ganci, dei sottosquadri mesiale e distale situati sulla superficie vestibolare dei denti. Per la sua costruzione si usa un filo con diametro di 0,7 mm., piegato in maniera tale da formare delle “lance” posizionate negli spazi interdentali a livello gengivale ed al di sotto dell’equatore degli elementi in questione.
Vedere (Gancio a) CRAMPONE
Deviazione patologica laterale della mandibola.
Apparecchio mobilizzatore ad azione passiva.
Il leeway - space rappresenta un dato clinico molto importante nell’impostazione del trattamento ortodontico. Esso, infatti, esprime la differenza che sussiste tra i diametri mesio-distali dei canini e molaretti decidui e canini e premolari definitivi delle quattro semi-arcate. E’ un dato che si rileva molto utile per guidare in maniera corretta l’eruzione della dentizione permanente.
Precursore, già nel 1841, della tecnica di applicazione dei brackets sulle superfici linguali dei denti.
Tecnica utilizzata per fissare l’arco agli attacchi ortodontici tramite un filo d’acciaio morbido.
Strumento correttivo che può essere impiegato in fase intercettiva per lievi malposizioni dentali. E’ molto simile ad un abbassa lingua e deve essere utilizzato a mò di leva.
Dispositivo funzionale che si caratterizza sia per l’estrema versatilità applicativa che per l’esiguo spessore. Essenzialmente il Leheman è composto da:
Si tratta di una placca superiore di protezione.
Vedere (Placche di)
Tecnica ortodontica basata sull’uso di fili che rilasciano forze leggere in un arco di tempo lungo.
Essa rappresenta schematicamente l’equatore dei denti pilastro.
La lingua non fa parte dell’apparato locomotore; tuttavia la sua grandissima mobilità è indispensabile per il movimento del cibo durante la masticazione, nonché per la formazione e per il coordinamento delle parole. La sua lunghezza è di circa 5 cm., mentre la larghezza può arrivare a 4 cm. Le sue fibre muscolari essendo disposte in tutte le direzioni permettono l’esecuzione di movimenti complessi senza alcuna limitazione. Tra i numerosi compiti svolti dalla lingua quelli più importanti sono l’atto deglutitorio (basti pensare, infatti, che mediamente si deglutisce tra le 1500-2000 volte al dì) e la formazione di suoni e parole. Nell’atto deglutitorio, ad esempio, la punta della lingua si poggia sul palato in
Vedere (Lingua) FESTONATA.
Piega linguale.
Solitamente utilizzato come ancoraggio, esso è realizzato con un filo da 0,9 mm. - 1mm. modellato nella regione linguale dell’arcata dentale inferiore.
Rappresenta la superficie dei denti inferiori che “guarda” l’interno della bocca.
Ideata da Fujita a metà degli anni 70, tale tecnica prevede l’applicazione dei bracketts sulle superfici linguali, e non vestibolari, dei denti. Questa metodica che rende possibile un alto grado di mimetizzazione dell’apparecchiatura ortodontica con relativi pregi estetici e difetti riscontrabili, soprattutto nella biomeccanica più complicata, nella fonesi un po’ alterata e nella formazione di lesioni alla mucosa orale.
Termine indicante l’inclinazione linguale dei denti anteriori.
I lip - bumper devono essere considerati dei veri e propri apparecchi funzionali. La loro applicazione, sempre più diffusa, è indicata in presenza di una pressione notevole delle labbra verso il complesso dento
Si tratta di un particolare lip-bumper che, solidarizzato all’arcata inferiore, si sviluppa sul mascellare superiore. Particolarmente interessante è la configurazione ideata dall’odontotecnico Mariano Zocche che, attraverso un sistema telescopico fornito di molle, è riuscito ad ovviare ai problemi caratterizzanti tale presidio terapeutico.
Si tratta di un particolare lip-bumper multi- funzionale.
Si tratta di un arco continuo.
Fase della cura ortodontica con apparecchiatura fissa consistente nell’allineamento degli elementi dentari e conseguente livellamento delle curve di Von Spee e Wilson.
Metodica ideata dal dottor Locatelli per la distalizzazione dei molari. Tale metodo si avvale dell’utilizzo di un arco in nickel - titanio abbinato sia ai bracketts che alla trazione di II Classe (dal primo premolare superiore al primo molare inferiore) necessaria per contrastare la mesializzazione dei denti anteriori.
Blocco dell’articolazione temporo mandibolare.
Muscolo della lingua che permette sia l’accorciamento che l’abbassamento della punta.
Muscolo della lingua che permette sia il suo accorciamento che il sollevamento dei lati e della punta.
Applicata nelle regioni posteriori, questa molla è composta da un sistema elastico che, insinuandosi nello spazio interdentale, induce lo spostamento dei denti interessati.
Ideato da Lourie nel 1918, questo arco rappresenta uno strumento alternativo utile per correggere la posizione anomala di singoli denti. La sua applicazione è indicata nei dispositivi di contenzione al termine della cura ortodontica. Esso è costituito da un supporto rigido realizzato con un filo avente un diametro di 1 mm., al quale sono brasate delle molle da 0,5 mm. modellate in forme diverse in base allo spostamento da effettuare. Queste ultime, posizionate correttamente, garantiscono una correzione graduale e molto precisa.
Acronimo di LabioPalatoSchisi.
Dispositivo ad azione funzionale composto da due placche con vite trasversali ed anse buccinatorie.
Questo gancio nasce da una modifica del gancio di Adams per sfruttare al meglio i sottosquadri dei diatorici. L’Autore ha aggiunto vestibolarmente, grazie all’applicazione di un uncino, un’isoletta in resina che abbraccia i denti al di sotto dell’equatore, garantendo così al dispositivo un’ottima ritenzione e una conseguente stabilità.
Procedimento atto a rendere lucida la superficie del presidio clinico.
Dislocazione dalla sua sede originale di uno o dei due condili mandibolari.