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Acronimo di Centro di Resistenza.
(Rimodellatore Elastico Funzionale). Dispositivo ad azione funzionale ideato dal professor Zampetti. Il rimodellatore elastico funzionale si contraddistingue per la particolare struttura che, oltre ad essere realizzata in materiale elastico si sviluppa esclusivamente nel vestibolo delle arcate. Essenzialmente il R. E. F. è composto da tre scudi (anteriore e laterali) solidarizzati tramite due fili piatti di spessore pari a 2 mm. per 1 mm.
Acronimo di Risonanza Magnetica Nucleare.
Si tratta di un dispositivo applicato in pazienti affetti da blocco articolare (ClosedLock). Il RA.DI.CA, ideato da Rampello e Di Paolo, è composto da due placche, superiore ed inferiore, solidarizzate tramite due molle vestibolari e da una cerniera anteriore.
Indagine per immagine utile per valutare lo sviluppo scheletrico e stabilire quindi il potenziale di crescita del paziente.
Il rafe mediano ricopre la sutura palatina. Esso partendo dalle papilla retroincisiva termina ai margini del palato duro.
Dispositivo fisso ideato dai dottori Schellino e Modica che permette la diastasi asimmetrica del mascellare superiore.
Tecnica simile alla galvanoplastica utile per estrapolare dall’impronta i dettagli anatomici più importanti.
E’ un apparecchio occlusale applicato per permettere lo sblocco articolatore in pazienti affetti, appunto, da blocco articolare. Esso si caratterizza per l’estrema versatilità in quanto è possibile utilizzarlo (grazie all’inserimento dei vari moduli) come distrattore puro, come riposizionatore e infine, come apparecchio di svincolo.
Perdita parziale nel tempo dei risultati ottenuti con il trattamento ortodontico.
Materiale che ad alte temperature non fonde e che sopratutto non subisce alcun cambiamento.
Accessorio che abbinato alla trazione extra-orale, permette l’allineamento degli incisivi superiori.
Si riferisce alla relazione esistente tra il cranio e mandibola. Tale rapporto, riguardante in effetti la posizione dei condili nelle cavità glenoidee, non tiene in alcuna considerazione gli elementi dentari.
Termine inglese che indica gli apparecchi utilizzati come stimolatori. Essi si pongono in una posizione privilegiata rispetto ai costrittori poiché partecipano attivamente al programma riabilitativo impostato dal terapista miofunzionale. Essendo numerosi come sempre spetta allo specialista scegliere lo stimolatore capace di garantire un risultato confacente alle legittime aspettative del paziente. In base alla specificità è possibile suddividere i reminders in:
Attitudine di un corpo a resistere alla rottura per urto.
Si tratta di un particolare materiale plastico (poliacetalico) impiegato in ambito tecnico.
Materiale mono-componente che polimerizza attraverso mediante processo foto-chimico.
Come è noto l’acrilico occupa, tra i materiali dentali un posto di primo piano; esso infatti è adoperato per la realizzazione della maggior parte dei manufatti odontoiatrici:
Esse sono presenti in natura e derivano dal processo secretivo di diversi vegetali.
Le resine sintetiche sono ottenute mediante processo chimico artificiale, detto di polimerizzazione. La polimerizzazione viene ottenuta attraverso l’apporto di calore o di particolari attivatori che permettono al monomero (liquido) ed al polimero (polvere) di unirsi.
Porzione della protesi che ne garantisce la stabilità, evitando il suo affondamento nella mucosa. Esso è posizionato sul tavolato occlusale senza interferire con l’antagonista.
Sono i tradizionali restrittori caratterizzati dalla presenza di barriere meccaniche quali, griglie, avvolgimenti e scudi in resina posti laddove la lingua o elementi esterni come il dito hanno creato o potenzialmente possono creare disformismi. Logicamente, l’efficacia di tali presidi è temporanea, relativa cioè al tempo di applicazione. Tra le diverse tipologie costrittive quelle più conosciute sono:
Vedere (Apparecchio di) CONTENZIONE.
Realizzati in acciaio inossidabile trattati a caldo, i retainer linguali sono indicati per la ritenzione degli elementi dell’arcata inferiore. Essendo preformati, sono commercializzati in diverse misure sì da soddisfare il più possibile tutte le eventuali richieste terapeutiche.
Ideato da G.H.Roberts, questo arco è impiegato per lingualizzare gli incisivi. Nella versione originale è costruito con un filo di 0,5 mm. inserito in due cannule che vengono solidarizzate ai passanti realizzati con un filo avente un diametro pari a 0,6 mm. Dopo aver scaricato palatalmente la resina, l’azione del retratttore è esplicata attraverso l’attivazione dei due occhielli modellati a livello dei canini al di sotto del picco della giuntura gengivale.
Movimento delle arcate o dei denti in direzione posteriore, lontano quindi dalla rima orale.
Vedere A.d.R.
Il suo impiego è indicato quando è necessario controllare la posizione dell’arcata inferiore durante l’applicazione del dispositivo ortodontico sul mascellare superiore. Per la sua realizzazione si utilizza un filo con diametro di 0,9 - 1 mm., modellato sia in base alle richieste dell’ortodontista che alla maggiore o minore elasticità a cui l’arco deve essere sottoposto. Solitamente, esso abbraccia le facce vestibolari degli elementi anteriori inferiori, per poi congiungersi con la placca superiore grazie alle due anse “lunghe” realizzate all’altezza dei canini superiori.
E’ una variante dell’arco di retrazione tradizionale consistente nella modellazione di due occhielli al posto delle anse. Tale modifica è utile per aumentare l’elasticità dell’arco.
Inclinazione in senso palatale degli elementi anteriori.
Profilo caratterizzato da una marcata posteriorizzazione del mento.
Termine riferito essenzialmente alle ossa, mandibolare e / o mascellare, che si trovano in una posizione retrusa rispetto all’intero complesso cranio-facciale.
Vedere RETROGNATISMO.
Vedere (Molla a) ZETA.
Termine indicante una posizione posteriore, rispetto alla norma, delle arcate e delle basi ossee di uno o di entrambi i mascellari.
Proposto da Angle, l’arco rettangolare è parte integrante del sistema più complesso denominato Edgewise.
Azione terapeutica finalizzata a preservare o correggere le superfici occlusali dei denti, in modo da garantire al paziente un’occlusione fisiologica.
I rialzi laterali utilizzati spesso in associazione con elementi di espansione, sono impiegati nella risoluzione dei morsi incrociati mono o bi - laterali. Tecnicamente, essi sono realizzati in base alla registrazione effettuata in bocca dall’odontoiatra e la loro estensione interessa le superfici occlusali di tutti gli elementi latero - posteriori.
La funzione principale del rialzo anteriore è quella di modificare la posizione della mandibola. Altri effetti scaturenti dalla sua applicazione possono essere:
Ricerca delle posizioni assunte dalla mandibola a riposo ed in massima intercuspidazione dentale.
Impiegato come ritentore nei dispositivi di contenzione, questo arco per la sua particolare forma è ideale nel controllo post - trattamento ortodontico degli elementi anteriori. Per la sua costruzione si usa un filo con diametro di 0,7 - 0,8 mm., che viene sagomato sulle pareti vestibolari degli incisivi formando le due anse sui canini.
Dispositivo rimovibile con rialzi occlusali applicato in presenza di un blocco dell’ATM. Essa è realizzata in base alla registrazione della mandibola in leggera protrusione.
Dispositivo rimovibile, completo di rialzi, applicato in ambito kinesiologico.
Procedimento atto a rendere la superficie del presidio terapeutico liscia.
Caratteristica riferita a materiale poco deformabile.
Dispositivi rimovibili applicati in soggetti con patologie a carico dell’ATM di natura muscolare La funzione delle placche di rilassamento muscolare è svincolare la mandibola in statica e dinamica, al fine di facilitare una funzione della muscolatura interessata.
Molto simili a quelli saldati, gli archi rimovibili differiscono da essi solo per il sistema di ancoraggio alle bande. Nello specifico, l’apparecchio fisso (necessariamente realizzato con un filo di 0,9 mm.) non sarà brasato o saldato, ma inserito nei lingual cleat puntati alle bande.
Dovuta a perturbazioni delle vie nasali, tale disturbo si evidenzia con un’alterazione del timbro vocale associato a difficoltà nell’articolazione delle parole.
Apparecchiature rimovibili applicate per riposizionare correttamente i condili nelle cavità glenoidee nei casi di dislocamento degli stessi.
Termine generico indicante la parte terminale del gancio. Essa deve essere posizionata nelle zone di sottosquadro per garantire, appunto, la ritenzione e la stabilità della protesi.
Arco vestibolare semplice ricoperto vestibolarmente dall’acrilico per ottenere sia il massimo ancoraggio dei suddetti elementi che, come nel caso dello spring - aligner, l’adeguato abbraccio, indispensabile per guidare l’allineamento dei denti interessati.
Dispositivo funzionale ideato dall’odontotecnico Mauro Testa applicato per le II e III Classi. Tale apparecchio si caratterizza sia per la struttura ridotta che per la facile gestione clinica. Essenzialmente è composto da uno splint superiore con ganci di ritenzione, arco vestibolare, rialzi in metallo (tipo Cervera), scudi vestibolari e propulsore
Vedere F. D. A.
Il corpo stimolante di Rocabado è costituito da un elastico posizionato all’altezza della papilla retroincisiva e solidarizzato a due gancetti metallici. Esso è applicabile a dispositivi con o senza vite.
Distrattore osseo utilizzato per l’allungamento sul piano sagittale della mandibola. Ideato dal dr. Razdolsky, esso è composto da piastrine d’acciaio denominate attacchi ROD (ad inserzione verticale), saldati a capsule fuse sui secondi molari e sui primi premolari inferiori. A questa impalcatura base sono applicate, una per ogni lato dell’arcata, le particolari viti con funzione disgiuntiva.
Apparecchio extra - orale utilizzato in terapia miofunzionale per l’allenamento della muscolatura labiale.
Accessorio dell’apparecchiatura multi- brackets.
Pinza utilizzata per eseguire il torque ad una sezione di arco senza provocare distorsione nella parte rimanente del filo.
Apparecchio fisso prefabbricato in lega nickel - titanio termico utile per derotare i molari superiori.
Accessori che, solidarizzati ai brackets, permettono la rotazione di uno o più denti.
Dispositivo superiore utilizzato in ambito gnatologico in pazienti affetti da disturbi muscolari.
Zone anatomiche del mascellare superiore di maggiore interesse, entrambe situate dietro gli incisivi:
Ganci ausiliari a palla.